Siamo a Napoli nel 1933 e Ricciardi si è finalmente
dichiarato ad Enrica Colombo, la sua dirimpettaia. I due cominciano quindi a
frequentarsi ufficialmente, pur dovendo affrontare le continue resistenze della
madre di lei. Oltre a questo, per Ricciardi c’è ancora da fare i conti con il
problema principale: la sua promessa sposa è all’oscuro del suo dono di vedere
gli spiriti, un segreto opprimente che non riesce a rivelare a nessuno. La
perdita del figlio Luca, invece, torna dal passato a tormentare il brigadiere
Maione, mentre il dottor Modo vede bussare alla sua porta il figlio di Lina,
l’amata prostituta uccisa dalle percosse della banda di ragazzi di strada di
cui faceva parte anche il figlio. Fra i diversi casi di puntata, per la prima
volta Ricciardi si ritrova alle prese con un omicida seriale, molti decenni
prima che l'idea stessa di "serial killer” appaia nei manuali di
criminologia.
Bentrovati amici cinefili!
Guardando “Il Commissario Ricciardi 3”, ho avuto la sensazione di ritrovare un prodotto che avanza restando fedele a sé stesso. Tratta dai romanzi del giallista napoletano Maurizio De Giovanni, la serie – come le stagioni precedenti – unisce il poliziesco a un profondo dramma psicologico, riflettendo il tormento interiore del protagonista.
Rispetto alle prime due stagioni – dove abbiamo imparato a conoscere il lato più gotico del personaggio e il progressivo intrecciarsi delle sue vicende sentimentali – questa terza parte mi è sembrata più matura e più concentrata sulle ferite interiori del commissario Ricciardi. Ancora una volta Napoli diventa un personaggio a sé: le sue strade silenziose, le luci soffuse e la fotografia desaturata amplificano la solitudine del commissario e il peso del suo dono, che qui appare quasi come una condanna emotiva da cui non riesce a liberarsi.
Le indagini mi sono sembrate più articolate rispetto al passato: ogni caso è lo specchio di passioni, dolori e fragilità che risuonano con ciò che Ricciardi vive dentro. Ho apprezzato molto come i personaggi storici – Enrica Colombo, Livia Lucani, Maione – continuino a evolversi, portando avanti dinamiche già avviate nelle stagioni precedenti, ma arricchite di nuove sfumature. L’interprete principale, Lino Guanciale, conferma una rappresentazione fatta di piccoli gesti e silenzi, capace di trasmettere intensità senza mai esagerare.
Nel complesso, questa nuova stagione mi ha dato l’impressione di una serie che non vuole stupire con colpi di scena frenetici, ma preferisce scavare, emozionare e far respirare lentamente la storia. Una scelta coerente con lo spirito delle prime stagioni, che qui trova forse la sua espressione più matura e consapevole. Una visione che richiede calma, che ripaga con atmosfera, cura visiva e una profonda partecipazione emotiva.
La serie è disponibile su RaiPlay, la piattaforma
streaming della RAI, che trasmette anche le repliche in televisione.
Buona Visione!




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