Parole nel salottino: Polvere di gesso di Fabrizio Falchi

 


Luigi Fucini, ricercatore che si occupa di intelligenza artificiale presso il CNR di Pisa, vive immerso nella musica, che sente come parte del suo inconscio. Un giorno, Linda Proietti, collega precaria specializzata in mondi virtuali, sceglie Jeremy dei Pearl Jam come testamento del proprio suicidio. Luigi non riesce ad accettare quella morte, e spinto più dai suoi fantasmi che da dubbi concreti, inizia a indagare. Ma non si tratta solo di un’indagine su una morte sospetta, quanto sul confine fra mondo reale e realtà virtuale, fra intelligenza artificiale e sentimenti umani. Un confine sottile, molto sottile.

Appassionante, ecco come definirei questo libro.

L'intreccio scorre veloce tra pagine ricche di una cultura che spazia dalla musica all'intelligenza artificiale, per bagnarsi in letteratura e citazioni ricercate.
C'è padronanza di contenuti, a livello musicale, artistico, e soprattutto scientifico (apprezzatissimo forse per deformazione professionale: finalmente qualcuno che mostra gioie e dolori della ricerca scientifica). Tocchiamo con mano i passi da gigante che sta facendo l'informatica, la computer vision e i relativi multiversi, con un lessico accessibile anche per chi è a digiuno di questi concetti. Veniamo indirizzati nello svisceramento dei testi di canzoni di un certo spessore, permettiamo alle parole di segnarci in base alla scena descritta e ci lasciamo permeare da un rumore di sottofondo continuo.
Tutti i cerchi si chiudono, qualcuno con più lentezza, altri seguono invece un ritmo più accelerato.

«Tutto quello che intuisci, lo sai da dove viene? Dalla tua esperienza, da quello che hai vissuto fino a oggi. Tutti i tuoi errori, i tuoi successi e insuccessi, tutte le tue emozioni sedimentano nel tuo inconscio, plasmano il tuo cervello e poi ti parlano attraverso l’intuizione. E tu sei disposto a rinunciare a tutto questo? Se non ascolti quelle voci, sei tu che butti via la tua vita, tutto quello che hai vissuto».

Tante sono le introspezioni, le riflessioni, gli istinti che aiutano il lettore a seguire le tracce su cui il protagonista sente il bisogno di investigare. Seguiamo il suo istinto, ci impregniamo della sua esperienza, in un gioco di ironia e dolore ponderato alla perfezione. Vengono trattati temi importanti come la malattia, la perdita, il precariato, ma senza appesantire la lettura.

Davvero piacevole, direi quasi un giallo da comfort zone.




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