Parole nel salottino: La danza delle stelle binarie di Romana Francesca Dimaggio

 



Alla Cal University di Berkeley, l’ultima astrofisica assunta per collaborare con il professor Zack Miles è la dottoressa Alexandra Pratt.
Il professor Paul Matthews, invece, studia da anni il moto delle stelle binarie al fianco di Zack, diventandone il braccio destro.
Il primo incontro tra Alex e Paul è tanto fortuito quanto burrascoso, ma quando lei capisce che in realtà dovranno lavorare insieme, comincia a temere che la sua carriera possa essere messa a repentaglio dai propri sentimenti nei suoi confronti.
Un viaggio a New York rimescolerà le carte in tavola, frapponendo tra i due scienziati la persona più sbagliata sulla faccia della terra: Nick, il fratello di Paul.
Ma le loro vite, ormai, orbitano l’una attorno all’altra, attraendosi e respingendosi, crescendo insieme e distruggendosi a vicenda, danzando come binarie nell’universo sconfinato, seguendo un destino ormai segnato dalle stelle.

I libri con tematiche STEM mi attirano sempre, non so se per deformazione professionale o cosa, e per questo avevo deciso di addentrarmi tra le pagine di questo grazioso romance.
Peccato che quello sia stato, a mio giudizio, il lato più carente: il lavoro da ricercatori fa da filo conduttore, tuttavia solo nei primissimi capitoli riusciamo a vederlo da vicino, poi sfuma lasciando posto ai fraintendimenti, le gelosie e i legami tra i personaggi. Certo, la passione è tanta, però ho avvertito la stessa quantità di scontatezza. Tutto un po' troppo prevedibile, già visto abbondantemente altrove.

Punto a favore è di certo la scorrevolezza del fraseggio, intervallato da tanti dialoghi che caratterizzano tutti i protagonisti tranne quello femminile. Io con lei non sono proprio riuscita a entrare in empatia, l'ho trovata immatura sotto certi punti di vista. Avrei preferito ritrovare più descrizioni su posti, situazioni, usanze dei luoghi che fanno da sfondo alle vicende. Qualche aneddoto in più, magari.

Anche la questione delle "stelle binarie" sfugge dai riflettori nella seconda metà, come se fossimo arrivati in un romanzo completamente diverso.
Il finale un tantino frettoloso.

Peccato, la penna di quest'autrice forse non è stata valorizzata a sufficienza.





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