Parole nel salottino: A piedi scalzi nei ricordi di Paoletta Maizza

 



Puglia, 1996. Anna Lafortezza, quasi sessantenne, fa ritorno a Tenuta Ornella, una casa dove da giovanissima, dopo essere scampata alla guerra, ha lavorato come infermiera privata. La casa è in rovina, abbandonata alla pioggia e al tempo che scorre impietoso. Anna si prodiga subito per ripulirla dalla muffa e dal sudiciume, ma le ombre dei ricordi si allungano sul suo cuore, riportando nel presente tanti momenti significativi: la vita al convento con le orfanelle, la scelta di non prendere i voti, la scoperta dell'amore al rifiuto dello stesso. Perseguitata in ogni angolo della casa dai ricordi, si rende conto che l'apatia, la disconnessione emotiva che l'hanno aiutata a vivere lontana da Tenuta Ornella, è solo un modo per difendersi e non soffrire. Anna ritorna in un viaggio liberatorio in se stessa, alla scoperta di un amore lasciato indietro e all'accettazione delle proprie scelte. Ma soprattutto ritrova il coraggio di tenere vivi i ricordi e di prendersene cura.

L'amore di Paoletta per la sua terra, per gli odori autunnali, la pioggia e il caffè è cosa ben nota ai suoi lettori più fedeli. E anche in questo suo ultimo romanzo ritroviamo questi elementi chiave nel viaggio tra i ricordi della protagonista, la voce narrante.

In un flusso di coscienza, il libro è come un diario dove riusciamo a scoprire il passato di quella che forse si è chiamata Anna, del suo amore per colui a cui è indirizzato il tutto e di tutto ciò che fa da contorno: da una tenuta che ha le sembianze di una vecchia conoscenza a ciò che resta di quello che si può considerare come "famiglia". Non manca la musica, i Beatles, e attimi di pazzia che mettono a nudo dolore e sofferenza legati a un segreto nascosto per tutta la lettura. Ogni pezzo si incastra alla perfezione e con lentezza in un puzzle che accompagna il lettore dalla prima all'ultima pagina. Leggiamo frammenti di pensieri, lettere d'amore e il nascere della sete di conoscenza in una persona privata di tutto a causa degli avvenimenti storici in cui la trama la colloca.


Tanti i dettagli, a volte forse troppi, ma sempre coerenti e svelati al momento giusto. Ciò permette ai ricordi di prendere vita e materializzarsi in modo autonomo.


"I ricordi non si possono controllare, né scegliere. Non sono le voci di un menù o un programma televisivo, tanto meno un libro da leggere piuttosto che un altro. I ricordi sono più che altro molto simili a un temporale improvviso fatto di vento e pioggia, tuoni e fulmini. Forse puoi prevederli, ma non puoi fermarli, e finché non hanno bagnato ogni tua emozione, stravolto ogni tuo tentativo di emarginare i danni provocati dal loro passaggio, i ricordi non smetteranno mai di ritornare."


La struttura narrativa mi ha ricordato la forma a matrioska della Brontë, amalgamando tutti i pezzi come se fosse un soliloquio.
Mi è dispiaciuto trovare molti refusi/errori di battitura nonostante sia passato sotto la lente della casa editrice.

Resta comunque una piacevole lettura che mi sento di consigliare anche a chi non conosce la scrittura di Paoletta, in questo suo stile del tutto nuovo.


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