Parole nel salottino: Una vastissima distesa di mare di Tahereh Mafi






È il 2002, un anno dopo l’11 settembre. È un periodo estremamente turbolento dal punto di vista politico, ma lo è anche per una persona come Shirin, una sedicenne musulmana stanca di essere vittima di pregiudizi. Non si sorprende più di quanto le persone possano essere orribili, ma è stanca degli sguardi sgarbati, dei commenti degradanti e persino della violenza fisica che subisce a causa della sua etnia, della sua religione e dell’hijab che indossa. Per questo ha eretto dei muri protettivi intorno a sé e si rifiuta di lasciare che qualcuno si avvicini abbastanza da ferirla. Invece, affoga le frustrazioni nella musica e passa i pomeriggi a ballare la breakdance con il fratello. Ma poi incontra Ocean James, la prima persona che dopo tanto tempo sembra volerla davvero conoscere. Ciò la terrorizza: provengono da due mondi all’apparenza inconciliabili e Shirin ha tenuto alta la guardia così a lungo che non è sicura di riuscire ad abbassarla per cogliere questa nuova occasione di crescita.




Cari lettori, oggi vorrei condividere con voi la mia ultima lettura: “Una vastissima distesa di mare” di Tahereh Mafi. Questo romanzo è stata un'esperienza inaspettata per me: non mi aspettavo che affrontasse temi così profondi e complessi e mi ha aperto gli occhi su aspetti che non avevo mai considerato.

Esso invita a riflettere e ad andare oltre le barriere che spesso ci poniamo. Leggendolo, infatti, ho capito quanto i pregiudizi siano radicati nella nostra società e quanto sia facile essere influenzati. Mi ha sconvolta vedere come l'opinione di una persona possa influenzare a tal punto il modo in cui percepiamo gli altri. Il rischio di generalizzare è sempre presente, ed è doloroso rendersi conto di quanto sia facile cadere in questo errore.

La protagonista, Shirin, vive esperienze talmente dolorose e ingiuste che leggere le sue emozioni e viverle come fossero le mie è stato davvero disarmante. Ho provato un senso di rabbia e tristezza nel realizzare che, per quanto possiamo considerarci aperti e tolleranti, non potremmo mai capire veramente le esperienze altrui se non vivendole in prima persona.


“Avevo paura che, se avessi parlato o urlato, la rabbia che avevo dentro si sarebbe afferrata ai lati della mia bocca e mi avrebbe spaccata in due. Perciò non dicevo niente.”


La crescita personale di Shirin, il suo viaggio per accettarsi e affrontare il giudizio degli altri è una storia che si fa sentire e che è rimasta impressa nella mia mente. Questi temi così attuali sono stati trattati con un’incredibile delicatezza. Le emozioni della protagonista, le sue sofferenze, sono riuscite a toccarmi profondamente. La scrittura dell'autrice è incisiva e coinvolgente, capace di creare una connessione profonda tra il lettore e i personaggi.


Ma quello che dicevo non aveva più alcuna importanza. La gente parlava di me, parlava per me, discuteva di me senza mai chiedere la mia opinione. Ero diventata un argomento di conversazione; una statistica. Non ero più libera di essere una ragazzina qualunque, un essere umano qualunque, fatto di carne e sangue... no, dovevo essere qualcosa di più. Ero uno scandalo. Un argomento scottante.”


Questa lettura mi ha costretta a riflettere su me stessa e sulle mie idee. Questo libro è un’opportunità di crescita personale. Non posso che consigliare “Una vastissima distesa di mare” e ringrazio infinitamente l’autrice e la casa editrice per avermi permesso di leggere questo romanzo meraviglioso.










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