Quella casa sulla strada è un racconto memorialistico, ambientato in un piccolo paese del Sud Italia nel periodo dalla fine dell'800 al 1947 e a Roma dal 1947 al 1960.
Narra la storia tragica e umana di Michele, uomo estroso e creativo, incoerente e smisurato, coinvolto suo malgrado in alcuni eventi storici che riguardarono l'Italia nella prima metà del secolo scorso.
Un racconto nel quale si snodano valori ancestrali, familiari, etici e morali che possono alleviare qualsiasi ingiustizia affettiva e ogni afflizione per l'inesorabilità del destino.
Il libro che vi presento contiene pagine di vita vera, fatti realmente accaduti e ricordi riguardanti una storia di generazioni che l'autrice racconta come omaggio alle sue radici.
Nei pressi di Buccino, agli inizi dell'Ottocento, un evento traumatico segna la storia dei Di Leo: nessuna indagine o giudice a far luce sul caso per non far pesare il disonore sulla famiglia è sintomo di quanto severa fosse la società dell'epoca, dove l'unica forma di giustizia esistente pare essere quella che viene fatta dalla gente comune.
Troviamo Michele Di Leo, un uomo creativo, incoerente, ma determinato nell'affrontare varie situazioni familiari come, per esempio, il silenzio persistente del fratello Nunzio.
Con la sua famiglia affronta sfide ardue nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, una vita fatta di continua sopravvivenza e decisioni difficili da prendere, fare parte del conflitto e allo stesso tempo essere presente per la famiglia.
Parlare della guerra o del dopoguerra è sempre un argomento cruciale perché, chi non li ha vissuti, avrà sempre difficoltà a comprenderli nel profondo, invece chi li ha visti in prima persona avrà la sensazione di poter condividere le proprie esperienze ed emozioni con le future generazioni. E non si tratta solo di liberarsi dai fantasmi del passato, ma di mantenere viva la memoria dei fatti che hanno segnato e cambiato ogni vita umana onorando i caduti che hanno combattuto per la propria patria.
Per la prima volta nella loro vita, Michele e Maria pensarono a Colui che, al di sopra di tutto, decide sulle sorti umane e ne ebbero quasi paura.
A causa di un trauma subito nella battaglia, Michele si troverà ad affrontare una grande sfida, una disabilità che diventa mano mano sempre più presente. È per questo che decide di emigrare a Roma (1947) con la sua famiglia in una realtà ben lontana dalla vita campagnola.
Nonostante la delicatezza dell’argomento, l’autrice ha reso le pagine piene di speranza, di sentimenti come rabbia, delusione, paura, disperazione, gioia, amore profondo, riuscendo a coinvolgere di più chi sta leggendo. Una storia che attraversa cambiamenti sociali e stereotipi soprattutto della figura femminile collegata all’ambiente casalingo e all'educazione dei figli. Con Maria Antonia infatti abbiamo la donna che esce dalle mura domestiche, lavora e urla la propria indipendenza. Lei è anche quella figlia che nelle strade di Buccino (1965) cammina a testa alta tra il mormorio della gente, ripercorre quelle strade dell’infanzia, svolta davanti alla casa con la scritta, mai dimenticata, “DI LEO MICHELE RIPARAZIONI MACCHINE PER CUCIRE” e la mostra con orgoglio ai suoi bambini. Quella casa dove suo papà, seppur assente, sarà sempre presente.
L’autrice ci dona frammenti del suo passato, racconti ascoltati dai suoi antenati facendoci rivivere le storie dei nostri antenati.
A noi non resta che trasmettere il messaggio che ciò che è accaduto non venga mai dimenticato nè ripetuto.
Nessun commento