Il fatto che si chiami Candy è solo una coincidenza... o forse no?
Com'è che dice un vecchio detto? New York è la città ideale per farsi spezzare il cuore.
Ed è proprio a New York che lavora Candy Andrew, ex giornalista d'inchiesta con una passione per le cause perse. E che, con sua somma vergogna, porta lo stesso nome della protagonista di un cartone animato.
Candy è anche l'autrice della più famosa rubrica per cuori infranti di New York, almeno finché il giornale per cui lavora non viene rilevato dall'ereditiere più sexy che lei abbia mai visto... ereditiere che, per qualche strano motivo, sembra volere a tutti i costi far parte della sua vita piena di guai.
Cosa manca in tutto questo pasticcio?
Ah, già, lui: un fotografo di moda con una strana vita sentimentale, che farà sentire Candy più fragile e sola che mai.
Non sono gli ingredienti di un romance perfetto, ma quelli della rinascita di una donna che diventa consapevole di ciò che le serve per poter essere davvero felice.
La mia non sarà una vera e propria recensione: vorrei piuttosto far capire, attraverso tutto quello che questo libro mi ha trasmesso, perché valga la pena leggerlo. In fondo la trama la si può trovare ovunque.
La nostra protagonista, Candy (e forse questo nome vi ricorderà qualcuno o qualcosa), è una donna ambiziosa che sta aspettando qualcuno che le scuota il cuore fin nel profondo.
La sua storia non è semplice nel complesso, ci sono situazioni belle, altre difficili, altre ancora imbarazzanti, ma i suoi sentimenti e i suoi pensieri fanno da filo conduttore in ogni pagina. Tanti i valori celebrati, dall'amicizia alla caparbietà.
È raro trovare un libro ricco di riflessioni e, soprattutto, di tanta passione, capace di divorarti dalla prima all'ultima pagina e l’autrice è stata fin troppo brava in questo anche se il ritmo non è battente e ci abbraccia con tranquillità come se fosse una coccola.
Tanto coinvolgimento c'è stato anche quando la protagonista stava per crollare: succede a tutti, no? Un giorno si vive a duemila e il giorno dopo è tutto così buio, soprattutto per chi è così fragile da desiderare quello che ci fa stare male pur di essere felice.
E vogliamo infine parlare della rubrica sulla rivista? Io troppo nostalgica a riguardo.
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