Abbiamo atteso, speravamo tornassero e non siamo rimasti delusi: i cinque di Monteverde sono di nuovo in libreria.
La storia è come sempre oscura e fa precipitare in un abisso di orrore, sangue e violenza che supera di netto i due volumi precedenti.
Si tratta dei poliziotti più scompagnati che esistano, pieni di manie, fissazioni e abitudini che per alcuni di loro possono rasentare la paranoia. Il maestro in tutto questo è al capo del gruppo, il commissario Ansaldi, quello venuto dal nord con le scarpe gialle e l'ansia patologica come compagna di viaggio.
Improbabili, ma motivati a fare il proprio lavoro e bene, formano il più bell'insieme di antieroi che abbia sin ora incontrato in un giallo.
Alle prese con assassini violenti ed efferati compiuti da un gruppo di killer animati da furia disumana e senza un apparente movente, in queste 390 pagine raccontano con un po' di humour e tetra ironia la loro indagine e il loro vissuto.
Non manca la malinconia e la tristezza per la morte di un amico, di un collega appassionato che quasi ci fa dimenticare i due morti innocenti sulle cui vite si indaga.
E poi Roma, con i suoi vizi, le sue strade e i suoi quartieri, descritta da qualcuno che la conosce bene, fa da sfondo all'azione che scorre come le acque del Tevere.
Non posso che consigliarvelo, non potete perdere questo thriller rappresentante l'esordio di cinque personaggi umanamente veri e affascinanti.
Nessun commento