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Intanto scompaiono dei bambini e tra i segreti ben tenuti della piccola comunità va a rovistare la poliziotta Lara Boschi, una donna rigida, asettica e poco incline alle fantasie.
È un essere soprannaturale o un serial killer a mascherarsi dietro quei crimini?
Quello che scoprirà la getterà nell'abiezione peggiore che l'uomo possa creare.
Nelle sue indagini, la commissaria è affiancata da alcune figure particolari: una guardia forestale rude e tutta d'un pezzo che conosce la montagna come se stesso e Julian, un ragazzino difficile con una madre distrutta dall'alcol, una psiche annientata da una vita di eccessi e alienazioni, ma che possiede un dono singolare e terrificante e sembra avere una qualche connessione con il killer.
L'autore racconta la vicenda con un ritmo molto serrato, un linguaggio violento e volgare che serve a rendere l'idea della mostruosità e dell'essenza della storia: ci descrive un essere che è a sua volta una vittima di una società turpe e sporca.
Non mancano le note sociologiche e politiche che emergono durante gli interrogatori dalle voci degli abitanti: separazione e isolamento impediscono di sentirsi completamente italiani o tedeschi e affondano le radici nella storia tormentata dell'Alto Adige.
L'oscurità e la solitudine di un bosco di montagna che evoca mostri interiori e i sentimenti più oscuri uniti alle millenarie rocce dolomitiche completano il quadro di questo thriller…non per stomaci delicati.
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