Il festival di Sanremo è un must per noi italiani: l’imperdibile evento di cui andiamo fieri e che aspettiamo con entusiasmo ogni inizio anno per diventare tutti critici e giudici.
Quest’anno, già dalla prima serata, abbiamo visto meravigliosi ospiti come i Måneskin, i Meduza, il tanto talentuoso quanto impacciato Matteo Berrettini e i primi dodici protagonisti indiscussi di questo festival.
La scena è stata aperta da una bellissima scenografia con illusione ottica in profondità, la temibile scala sempre protagonista con l’orchestra non più rintanata in basso. Finalmente su quelle poltrone rosse che tanto amiamo, a distanza di un anno, non palloncini ma persone, calore e applausi veri. Tutto questo ci commuove, come lo stesso Amadeus.
Tuttavia queste non sono le uniche lacrime che abbiamo avuto.
Un inizio veloce, non si perde tempo in questa prima serata.
Achille Lauro ha l’onore di aprire le danze per risultare ripetitivo nonostante una performance impeccabile. “Domenica” è una canzone che inizialmente ricorda Rolls Royce, è stato il mio primo pensiero, eppure tutto si è trasformato in una partecipazione battesimale che mi ha lasciata un po’ così. (Voto 7).
~ Ornella Muti, un inizio lento che nell’insieme mi è piaciuto. Ho letto pareri discordanti sul ricordare la sua carriera e l’omaggio al cinema.
Yuman, vincitore di Sanremo Giovani, con la sua “Ora e Qui” ci immerge nel suo sound blues e non posso che amare questa canzone. (Voto 7.5).
Noemi ha sceso la scalinata con grazia, in un outfit che mi è piaciuto e allo stesso tempo mi ha fatto storcere il naso perché, nella mia ignoranza, il colore mi è sembrato sbagliato e leggermente trasparente. Il primo ascolto di “Ti amo non lo so dire” non è male. Come per Lauro, mi ha dato l’impressione all’inizio di un qualcosa di già sentito. (Voto 6.5).
Un grande ritorno, dopo 22 anni, Gianni Morandi. Con una giacca che non mi ha fatto impazzire per la fantasia, “Apri tutte le porte” mi è sembrata molto orecchiabile, forse perché son cresciuta con le sue canzoni. (Voto 6.5)
Non troppi e divertenti cartoncini hanno anticipato la sua entrata in scena: Ciuri.
“Sono qui per la terza volta: sono la vostra terza dose, il booster dell’intrattenimento”.
Non mancano le risate, i momenti alla Fiorello, tutto molto bello fino a un certo punto, poi il troppo stroppia.
Sulla Rappresentatedilista avevo ottime aspettative dopo l’anno scorso con “Amare” che ho adorato tanto. “Ciao Ciao” bisogna ascoltarla un po’. All’inizio non mi ha convinto molto, mira a far ballare, ci riesce però rispetto allo scorso anno non ci siamo. (Voto 7). Non voglio soffermarmi sulle critiche e opinioni che ho letto in giro per il web sul suo gesto. Mi verrebbe da aggiungere che non è mancata già nella prima serata la sfida più grande: Festival vs Politica.
Atteso da noi fin dall’annuncio della sua partecipazione è invece Michele Bravi. In un outfit magnifico, uno stile diverso dal lontano 2017 a cui eravate abituati, l’artista è cresciuto, maturato e con “L’inverno dei fiori” non perde il tocco di saper raccontare una dichiarazione d’amore in tempi moderni. Intensa, la sento nel pieno stile sanremese. (Voto 7)
Grandi emozioni per l’esibizione di Damiano dei Måneskin, che con la sua “Coraline” riesce a portare l’Ariston e il pubblico a casa in quella storia dal triste finale, dove il principe può essere solo spettatore di quello che accade alla sua principessa. Erano loro gli ospiti indiscussi della prima serata, tanto attesi sul palco che li ha lanciati fino ad arrivare prima sul tetto d’Europa e poi su quello del mondo. Introduzione molto divertente, qualcosa che non si vede tutti i giorni a Sanremo. Carino il video riassuntivo, ma potevano mostrare più obiettivi di questi undici mesi. Quando il sipario si alza, luci rosse, i Måneskin mangiano l’Ariston con la loro “Zitti e buoni”, dimostrazione scenica di come questi ragazzi hanno conquistato i palchi di tutto il mondo e concludono in finale con una bellissima standing ovation. Un bellissimo ritorno a casa Sanremo.
Un altro ritorno ben apprezzato è quello di Massimo Ranieri: non sbaglia mai un colpo con le sue canzoni che, nonostante il passare degli anni, riescono a trascinarti indietro nel tempo senza risultare mai all’antica. (Voto 7.5)
Un duo che ho apprezzato molto e a quanto pare tutti gli italiani, è Mahmood – Blanco: intensi, spettacolari. “Brividi” non avrebbe potuto avere un nome più azzeccato. (Voto 7.5 )
Non voglio fare storie, sono più che contenta che una straniera sia tra i Big e non è questo il problema. “Duecentomila ore” di Ana Mena ha una bellissima musica, forse perché ho apprezzato il tocco della fisarmonica, eppure fin dal primo ascolto mi è sembrata una canzone estiva, più da Festivalbar che da Sanremo. (Voto 4)
Seppur lui non lo conosco molto, “Insuperabile” di Rkomi ha avuto un inizio spettacolare. Stile impeccabile, forse deve migliorare sulle performance. (Voto 7.5)
Aveva ragione a dire ad Amadeus “Sei stato perfido a mettermi dopo i Måneskin”. Dargen D’Amico, sarà che io ho un gusto tutto mio, sarà che questa ricorda un tormentone estivo poco apprezzato personalmente, “Dove si balla” è stata uno strazio. E ne sono rimasta sconcertata dato comunque l’aver ascoltato pezzi molto belli da parte sua. (Voto 4)
Momento Colapesce e Di Martino. Non fraintendete, anch’io ho ballato, ma forse perché l’ho sentita troppo e in tutti i modi possibili che sono arrivata a un momento di tolleranza zero. Ne ho abbastanza.
La prima serata si è conclusa con Giusy Ferreri che di solito ho sempre apprezzato. Questa volta, al primo ascolto di “Miele” ho semplicemente apprezzato la musica. Con performance e voce non ci siamo. Sarà l’effetto da prima impressione? (Voto 5)
Una prima serata tutto sommato piena e divertente, che non stanca e ha reso l’inizio davvero entusiasmante. Nulla a vedere con la seconda serata.
La presentatrice che ha affiancato Amadeus è Lorena Cesarini, attrice che con il suo monologo molto potente fa una lezione a tutto il mondo sul tema del razzismo a causa degli insulti ricevuti sui social nei giorni precedenti
Eppure tutto sembra sfumare dall’ospite di questa serata, il cui compito era quello di intrattenere, ma i suoi modi sono sempre stati per noi discutibili.
Qualcuno di voi la chiamerà una serata segnata dall’ironia e dalla satira di Checco Zalone a cui sono seguiti la figura del rapper d’ultima generazione, dei loro tic e le loro ambizioni poco misurate, i «poco ricchi» e al termine ha fatto “divertire” l’Ariston con il virologo, nei panni di un improbabile cugino di AlBano, in perfetta sintonia con i tempi.
Tutto questo non l’ho apprezzato.
Sarà un uomo che riesce a portare sullo schermo quello che vuole l’italiano, sbottegando nelle sale e incassi cinematografici, ma nel suo modo di intrattenere io ci vedo solo “insulti” e frecciatine.
Ma concentriamoci sui restanti 13 cantanti in gara:
Sangiovanni con la sua “Farfalle” si conferma nei suoi successi precedenti. Molto orecchiabile, non vi nascondo che potremmo ascoltarla per un bel po’. (Voto 6.5)
Giovanni Truppi e la sua “Tuo padre, mia madre, Lucia”. Personalmente ho sentito un accenno di voler imitare De André. Devo riascoltarla bene, dopo i primi secondi stanca e distrarsi è facile.. (Voto 5)
Le Vibrazioni non possono che provarci con “Tantissimo“. Perfetto stile del gruppo, ci piace. (Voto 7.5)
Emma nell’insieme una bella performance. Ho trovato il suo stile molto bello, i capelli corti un po’ meno, le arrotondano troppo il viso. Molto carina anche la sua “Ogni volta è così”, ma non fa impazzire. (Voto 6.5)
Matteo Romano è una bella scoperta. Molto acerbo in presenza scenica, forse data la sua giovane età, con “Virale” poteva fare di più, al contrario compensa con una bella voce. (Voto 6.5)
Iva Zanicchi, donna esplosiva. “Voglio amarti” è abbordabile, nel complesso (Voto 6)
Ditonellapiaga con Rettore: canzone dal ritornello orecchiabile, ma “Chimica” presenta troppe ripetizioni e un testo che a parte la chimica tra due persone, non mi coinvolge più di tanto. (Voto 5)
Di Elisa quando ero più piccola adoravo le sue canzoni, ora non riesco a farmele piacere. “O forse sei tu” a me non piace, ma non posso dire che sia brutta. (voto 5)
Fabrizio Moro con “Sei tu sembra” qualcosa già sentita, ma le sue canzoni hanno sempre quel tono riconoscibile. Molto bella. (Voto 7)
Su Tananai sarò sincera. Di “Sesso occasionale” ho ascoltato solo due secondi per capire che no, non ci siamo e all’ennesima stonatura ho mutato il televisore. (Voto 3)
Finalmente rispetto allo scorso anno possiamo goderci Irama in live. “Ovunque sarai” è toccante, intensa. Ho avuto i brividi e non perché sono di parte, è una canzone con un testo molto profondo e la performance nell’insieme mi è piaciuta molto. La capacità di quest’artista è il saper farti arrivare il suo messaggio con facilità. (Voto 8)
Debutto per Aka7even e non potrei esserne più fiera. La sua “Perfetta così” è letteralmente perfetta. Bellissimo il testo e la musica con quei alti e bassi, ha quel ritmo giusto per tenerti incollato durante la sua performance. (Voto 8)
Ad ascoltare, ho ascoltato. Se vi dicessi che l’ho capita, non tanto. Eppure Highsnob e Hu con “Abbi cura di te” mi convincono in parte. (Voto 6)
Ospite della serata è Laura Pausini che dopo aver presentato il suo nuovo singolo “Scatola”, molto molto bello, viene poi raggiunta da Mika e Ale Cattalan, coloro che l’affiancheranno nella conduzione dell Eurovision Song Contest di Torino, a maggio.
Non potevano mancare le protagoniste di “Un amica Geniale”, Arisa e Malika Ayane che lanciano le votazioni per l’inno delle Olimpiadi Milano-Cortina che si svolgeranno nel 2026.
Una serata ricca di sorprese molto sottotono rispetto alla prima, iniziata con un omaggio alla grandissima Monica Vitti e conclusasi con la classifica generale della sala stampa che come sempre, non perde il suo tocco e regala imprecazioni a non finire, lasciandoci ogni anno perplessi sul loro modo di votare.
Sono solo le prime due serate, tutto può succedere e noi italiani ancora dobbiamo esprimere i nostri voti.
Come avete vissuto queste prime due serate di Sanremo?
Qual è la vostra canzone preferita al momento?
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