Ciao a tutti!
Oggi vi parlo di un libro d’avventura “Il tragico verdetto del dei” di Elisa Larcher.
Il racconto è ambientato, per la maggior parte, ai giorni nostri e vede come protagonista Giulia, una giovane appassionata di egittologia, che si ritrova a dover svelare una verità sepolta nei secoli grazie all’aiuto di un aitante giovanotto di nome Alberto. La storia di Giulia si intreccia a quella della regina Nadir e al popolo di Mediuad, vissuti circa 4000 anni fa nelle terre d’Egitto e alla tragica sventura che si è abbattuta su di loro.
Il racconto narrato in terza persona,non ha un vero e proprio POV.
Il pensiero di Giulia si intreccia a quello di ogni personaggio che incontriamo lungo il racconto, cosa che mi ha alquanto destabilizzato soprattutto quando mi sono ritrovata a leggere i pensieri di uno scorpione.
L’intreccio tra passato e presente è la parte più intrigante di tutta la storia. Molto apprezzati sono state le descrizioni dei personaggi, i dettagli dell’Antico Egitto e gli avvenimenti che il popolo di Mediuad si è trovato ad affrontare. La caratterizzazione di un’epoca passata.
Il racconto è ricco di suspance, a partire dal momento in cui Giulia arriva sul sito archeologico fino a quando si ritroverà in pericolo a causa di alcuni ritrovamenti che la coinvolgeranno sempre più, a fondo nella storia della regina Nadir e del suo popolo.
Accanto all’intrigo e al pericolo si evolve la storia d’amore fra la protagonista e un uomo di nome Alberto. Lui diventa ben presto un punto di riferimento dello stesso racconto poiché affianca la nostra Giulia durante la ricerca della verità, proteggendola e amandola. È una storia d’amore molto tenera e semplice. Dal mio punto di vista l’ho trovato abbastanza surreale (dal momento che o) in quanto l’amore tra i due sorge velocemente e in circostanze troppo particolari.
In breve, seppur ho adorato i dettagli riguardanti l’egittologia, le tradizioni e il culto degli antichi dei, le credenze di un mondo ormai lontano, le caratterizzazioni dei personaggi come Nadir e del suo amato; non posso che lamentarmi dei troppi dettagli superflui che hanno rallentato la storia.
Fin dall’inizio, il testo eccede in descrizioni che oltre a scoraggiare il lettore, non permettono una certa dinamicità al racconto. La situazione migliora quando la storia entra nel vivo permettendoci di entrare in un bel romanzo d’avventura.
Un bel voto pieno alla regina Nadir e al suo popolo, ma meno al racconto in generale. Consiglio la lettura a chi ama l’antico Egitto tra racconti d’avventura e un pizzico d’amore.
Vega
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