Recensione Claudia: Break my chains di Lorena Nigro - Tutto il buio dei miei giorni di Silvia Ciompi

Oggi vi parlo di due libri che potrebbero piacere soprattutto a chi ama il calcio, essendo ambientati in questo mondo.

I due protagonisti, infatti, sono due ultrà: Pitt, protagonista maschile del primo libro di cui vi parlerò, è un tifoso di una squadra inglese e Teschio, personaggio del libro della Ciompi, è un patito di una squadra Toscana. Entrambe le autrici sono state ugualmente brave a descrivere questo mondo con i suoi valori, le amicizie e la la fratellanza che si crea tra appartenenti alla stessa curva. I romanzi però, sebbene entrambi ambientati in realtà simili, sono in pratica molto diversi. 

Break my chains di Lorena Nigro

Il libro della Nigro, Break my chains, è molto più leggero: la storia d’amore tra Pitt e Chelsea parte infatti da un’attrazione reciproca contrastata però dall’iniziale pregiudizio della protagonista nei confronti degli ultrà, del loro mondo e soprattutto dei loro valori così distanti da Chelsea. Diversità che non verranno risolte immediatamente ma creeranno dei dissapori anche quando diventeranno una coppia.  

Purtroppo non ho provato nessuna empatia nei confronti della protagonista femminile che ho trovato molto infantile sia per il suo voler essere sempre al centro dell’attenzione e sia per la poca comprensione dimostrata attraverso frasi, a mio avviso, poco amorevoli. Non ho percepito una donna innamorata che vorrebbe costruire qualcosa ma solamente una bambina in cerca di attenzioni. Tuttavia, nel complesso, è una lettura godibile, ben scritta e che scorre velocemente. 

Tutto il buio dei miei giorni di Silvia Ciompi

Il romanzo della Ciompi, Tutto il buio dei miei giorni, è invece di genere neorealista, ambientato nella provincia Toscana; i protagonisti fanno parte della classe operaia e abitano in un quartiere popolare con i relativi problemi che questa condizione comporta. Camille, la protagonista, non ha difficoltà nel capire il mondo degli ultrà a cui appartiene Teschio, perché ne fa parte lei stessa. 

Questo romanzo, a differenza di quello della NIgro, è un pugno nello stomaco: leggendolo non se ne rimane indifferenti e, quando lo finisci, i personaggi ti restano incollati addosso.

È fondamentalmente un libro di speranza ma dentro c’è tutto: amore, amicizia e, soprattutto, il tema della disabilità che la Ciompi tratta con grande sensibilità e delicatezza senza mai scendere nella commiserazione o nel pietismo, riuscendo a descrivere tutti gli stati d’animo di chi si ritrova, da un giorno all’altro, in una condizione di invalidità: dalla non accettazione iniziale, alla rabbia, al dolore e alla paura, fino all’accettazione di una nuova condizione di vita.

Il tema fondamentale però è il perdono: fino a che punto si può perdonare la persona che amiamo?

Si può assolvere chi ci ha rovinato la vita?

 E se quest’ultimo fosse l’unico motivo per ricominciare a vivere?

Non sarà facile rispondere a queste domande perché la Ciompi è stata bravissima nel descrivere i pensieri e i sentimenti di entrambi i protagonisti per cui non riuscirete a schierarvi con nessuno dei due ma finirete per empatizzare con entrambi perché ne capirete le ragioni, le paure, la rabbia. 

Non pensate che, viste le tematiche, sia un romanzo eccessivamente triste o pesante, tutt’altro. Io stessa cerco sempre romanzi leggeri che mi facciano evadere e questo romanzo non è da meno: vi metterà addosso un grande senso di speranza ma soprattutto leggerete una grande storia d’amore con la A maiuscola, una storia che ha tutti contro, un amore totale che tutte noi vorremmo vivere almeno una volta nella vita.

Da questo libro partono due spin-off, belli ugualmente e che vi consiglio di leggere se volete sapere l’evolversi negli anni la storia tra Teschio e Camille.

Claudia

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