Parole nel salottino: Crown of Cinders di Emily R. King (Wings of Fury #2)

 



Althea Lambros sta diventando sempre più potente. Alle prese con un’eredità gravosa, non è disposta a cedere di fronte a Crono, il formidabile Padre degli Dèi, che è intenzionato a mantenere la propria promessa. Crono, infatti, sta scatenando la sua ira sul mondo, colpendo i mortali con terremoti, tempeste, fuoco e grandine. Il loro sangue è il prezzo da pagare per la guerra degli dèi. Con l’aiuto di Theo e di Zeus, Althea si mette al riparo insieme alle sorelle, Bronte e Cleora. Ma nascondersi non è la soluzione. Per sovvertire la tirannia del sovrano, Althea deve reclutare nuovi alleati ed evitare che i mortali consegnino le tre sorelle a Crono in cambio della pace. La figlia di Gea, colei che cattura le stelle, è abbastanza forte per cambiare il destino del mondo? E mentre gli dèi si schierano, le Ali della Furia si dividono tra cielo e terra per sconfiggere il nemico e riscrivere la storia della guerra per tramandare la verità.

Se al primo volume ho assegnato il termine "avvincente", questo merita senz'altro il termine "affascinante".

Il ritmo incalzante che ci aveva abbracciati nell'uscita precedente torna a cullarci nel prosieguo delle vicende in maniera sempre più naturale e coinvolgente, al punto da divorare la lettura senza nemmeno accorgersene.

Tutti i cerchi si vanno a chiudere in un finale dolceamaro che mescola rabbia e amore. È stato bello incontrare tra le pagine frammenti di mitologia che riecheggiano nella mente da rimasugli scolastici per vederli qui prendere vita in vicende sempre molto coerenti e geniali.

La scrittura, accurata in ogni sua parte, pondera parole e battute di dialogo mantenendo un ritmo incalzante anche nei pezzi descrittivi più lunghi.

«Hai già deciso di andare» valutò.
«Lo avevi previsto?» Prometeo sfoggiò un sorriso affascinante, il primo che gli vedevo fare.
«Avresti potuto smentire quello che ho visto nella mia previsione. Il nostro libero arbitrio è più potente di qualsiasi forza dei Titani».
«Intendi dire che io sono padrona del mio stesso fato?»
«Sì e no. Assai spesso, fuggendo dal fato, finiamo proprio dove avremmo sempre dovuto essere».

Ho adorato ogni più minuscolo dettaglio, dalla caratterizzazione dei tantissimi personaggi con le loro storie, fino alle ambientazioni, dall'intreccio narrativo allo sviluppo di ogni minima scena.

Questa dilogia è un vero e proprio inno al libero arbitrio, alla femminilità, all'amore e, soprattutto, alla famiglia. La consiglio vivamente a chi cerca una compagnia un po' ribelle, ma piena di valori autentici.

L'amore ci mette le ali.




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