Il Battito di Armonia: Il canto del Ragno Violino di Barbara P.






«Siamo il nostro segreto. Solo i ragni testimonieranno questa follia.»

Ragazza diciottenne, femminile, dolce, introversa, alta 1,70, capelli biondi e occhi castani, alla prima esperienza, in momentanea difficoltà, cerca uomo che possa offrire da subito sostegno e aiuto economico in cambio di incontri. Ti cerco di qualsiasi età, non libero, discreto, ospitale. No fumatore. Massima serietà e riservatezza. FatadiSeta

È disperata, Roda, quando decide di inserire quest’annuncio anonimo nel giornale locale: teme che i suoi terribili zii, che la tengono semi-prigioniera in casa, possano seriamente arrivare ad ucciderla. Con sua sorpresa, però, sarà un uomo estremamente in vista a risponderle, trascinandola in un viaggio alla scoperta delle sue vere origini, dell’amore e della passione, ma anche del perdono.

Mentre nella campagna che tanto ama una serie di omicidi ai danni degli anziani del paese sconvolge la piccola comunità dalla quale viene da sempre esclusa e ignorata, Roda dovrà non solo combattere con un’attrazione quanto mai inopportuna per il suo inaspettato salvatore, ma anche venire a capo di un mistero che riguarda le persone che ama più di ogni cosa.



Ciao a tutti, parliamo oggi del libro “Il canto del ragno violino” di Barbara P, edito Land Editori.

Premetto che il thriller psicologico non è tra i generi a cui sono più affine e ho scelto di leggere questo titolo perché ero incuriosita dalla trama che dava a primo impatto l'impressione di essere un romance.

Mea culpa.

Ad ogni modo, con l'intenzione di diventare una lettrice onnivora, non rifiuto mai una bella lettura se il libro merita, quindi ho deciso di addentrarmi nel romanzo e vedere dove mi avrebbe portata.


Ci troviamo in Toscana, periodo post-Covid, dunque ambientazione moderna. Tuttavia, il paesino che fa da sfondo viene descritto come se fosse rimasto nel secolo precedente: poca tecnologia, pochi collegamenti con il mondo esterno, abitanti che hanno una soglia di età abbastanza avanzata e che quindi non avvezzi alle moderne innovazioni. Ammetto che questo mi ha fatto un po’ storcere il naso, ma col beneficio del dubbio dato che conosco delle realtà in cui tale arretratezza ne fa da padrona, ho messo da parte il problema di una possibile discrepanza temporale e ho proseguito la lettura. 


Nonostante i POV multipli con cui viene portata avanti la narrazione, i protagonisti indiscussi sono Dario, medico in visita dalla nonna, e Ronda, una ragazza che ha un pessimo rapporto con gli a ii. A causa di un annuncio messo dalla ragazza sul giornale locale, in cui cerca compagnia maschile in cambio di soldi, i due finiranno per incontrarsi e per intrecciare una relazione.


La componente romantica resta sopita per la maggior parte della storia, ne troviamo degli sprazzi appena accennati. Sul finale, i due ragazzi decidono, finalmente, di dichiararsi, lo fanno, però, in un modo un po’ tiepido che non è riuscito a soddisfare in pieno l’amante delle storie d’amore epiche quale sono.


Tra i due, quello che ho apprezzato di più è il personaggio di lei: il suo modo di esporsi al mondo nonostante le brutture di cui è stata vittima, la rendono interessante. La sua crescita personale ed emotiva è un bel viaggio psicologico che dona speranza anche ai casi più disperati.

Dario mi è sembrato, invece, un uomo troppo analitico forse a causa della sua professione di medico: l’autrice ha cercato di renderlo impersonale e fin troppo professionale, rendendo alcuni suoi atteggiamenti poco spontanei e decisamente affettati.


A fare compagnia ai due protagonisti ci sono una serie di assassini che colpiscono uomini di età avanzata. Ci sarà, durante tutta la narrazione, un crescendo di omicidio che porterà Ronda a interrogarsi su chi possa essere l’assassino, sospettando di tutte le persone che conosce, anche quelle più intime. Questo aspetto mi è piaciuto molto perché riesce a tenere il lettore incollato alle pagine per scoprire il colpevole.


Un altro aspetto che ho gradito è la conoscenza dei ragni che ha la protagonista. Il suo essere un tipo schivo, viene soppiantato dall’intelligenza che dimostra nel saper trattare con quei piccoli aracnidi pericolosi. 


Una nota, a mio giudizio, negativa è la scelta di utilizzare un linguaggio forbito e fin troppo austero per l’epoca storica in cui si evolve la storia e per la giovane età dei personaggi coinvolti. Ciò ha sì mostrato la preparazione dell'autrice, il suo bagaglio culturale e l’amore verso la lingua italiana, però ha appesantito la scorrevolezza della lettura. Sarebbe stato forse più opportuno sfruttarlo per, magari, differenziare i pov. Resta comunque un’opinione personale.


È stata quindi una lettura che mi ha donato delle emozioni contrastanti, ma che consiglio vivamente agli amanti dei thriller psicologici.


Monica









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