Recensione Desly: Il caso Bramard di Davide Longo

GENERE: giallo, thriller
USCITA LIBRO: 26 gennaio 2021
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Corso Bramard è un uomo solitario.

Durante la settimana insegna in una scuola superiore e nel tempo libero si arrampica sulle montagne. Sono le montagne di Torino: “vette poco sopra i tremila, antiche, senza slanci, rigate da venature di nichel annerite dall’acqua”.

Nelle montagne cerca il sollievo: una stanza bianca in cui anestetizzare i suoi ricordi. Corso è stato il commissario più giovane d’Italia.

Un eccellente investigatore, capace di risolvere i casi più complessi grazie alla sua attenta analisi e al suo infallibile intuito. Finché un giorno, il serial killer di cui seguiva le tracce, Autunnale, non aveva spento il suo desiderio di vivere, insieme alla vita della moglie e della figlia: rapite e uccise. La moglie ha avuto la sorte delle altre vittime: “il disegno dei tagli sulla schiena nuda. Capelli neri sparsi tutt’intorno”.
E ora, dopo l’evento che ha segnato la sua vita, Corso riceve un regalo da Autunnale, ogni anno da vent’anni: una busta spedita da luoghi diversi che contiene il verso di una canzone di Leonard Cohen. Ma questa volta, l’ultima volta, Autunnale ha lasciato qualcosa di più in quella busta: un indizio che basta a riaprire la caccia all’uomo.

Corso non è da solo nella caccia; con lui ci sono Arcadipane, il commissario che ha ereditato il suo vecchio posto, e la giovane e inquieta agente Isa Mancini.
Alessandro Baricco ha presentato con entusiasmo la saga di Bramard, definendo Arcadipane e Bramard come la risposta del Nord al commissario Montalbano: se la Vigata di Montalbano è vivace e solare, la Torino di Bramard è grigia e piovosa; il carattere dei personaggi è duro e silenzioso, quasi scavato nelle rocce che Corso si ostina a scalare senza protezione.

A mio parere i riferimenti di Longo sono da rintracciare nel noir d’oltralpe: in Lemaitre e Izzo, ma anche nel grande Simenon.

Il caso Bramard è un romanzo giallo che si legge tutto d’un fiato. La scrittura è agile e asciutta, ai dialoghi si alternano felicemente i momenti descrittivi, che definiscono ambienti e situazioni. Pagina dopo pagina, l’autore ti lascia dentro l’impronta dei luoghi e l’anima dei personaggi: la squadra investigativa, la scuola e gli studenti, le osterie, rifugio nei luoghi dove i telefoni a gettone sopravvivono alla tecnologia. La trama, al tempo stesso lineare e complessa, lascia spazio al colpo di scena finale.

È un romanzo altamente consigliato agli amanti del giallo: non vedo l’ora di leggere gli altri episodi della saga: Le bestie giovani e Una rabbia semplice, pubblicati da Einaudi nel 2021.

Desly

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