Le Pillole di Nyx: Mani sugli occhi di Pitti Duchamp

INFORMAZIONI GENERALI

Genere: contemporary romance, medical drama 
Editore: Words Edizioni
Data di pubblicazione: 28 gennaio 2021
POV: prima persona alternata 
Protagonisti: Scilla Chiaravalle (giornalista) e Aice Telamonio (chirurgo oftalmico) 

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RECENSIONE

«Se tu non puoi… venire con me, sarò io a… venire da te.»

Buongiorno cari lettori, ultimamente sono un po’ latitante ma sempre presente e, per dimostrarlo, oggi parlerò del nuovo romanzo di Pitti Duchamp, edito Words Edizioni che, ancora una volta, ci regala gioie: Mani sugli occhi

Gli occhi, argomento portante in questo romanzo, sono un dono prezioso che a volte tendiamo a trascurare. Io, lettrice accanita, spesso non li tratto con il dovuto rispetto mettendoli di continuo alla prova; eppure, se ci penso, sono proprio i miei occhi a permettermi di poter fare una delle cose che più amo: leggere. 

E Scilla Chiaravalle, protagonista indomita di questo romanzo, sa bene cosa comporta dover rinunciare alla vista, anche se solo momentaneamente. Scilla è una talentuoso giornalista, tanto caparbia quanto ingenua che, a causa di un distacco precoce della retina, dovrà sottoporsi a un intervento agli occhi. La fortuna vuole, però, che a operarla non sia niente meno che l’affascinante chirurgo oftalmico migliore del mondo. Come si dice?! Non tutti i mali vengono per nuocere. Un’altra lezione che la nostra protagonista ha ben che assimilato. 

Aiace Telamonio è un uomo estremamente riservato, freddo, quasi da risultare privo di empatia, dotato di quel genio clinico capace di estraniarti dal mondo fino al raggiungimento dei propri traguardi. È tracotante e inflessibile, un uomo che ha donato la sua intera vita alla medicina e non vuole permettersi distrazione alcuna; abbastanza da accontentarsi di una tiepida e impersonale relazione con una collega. Questo fino a quando non incontrerà Scilla, con i suoi modi schietti, genuini e sboccati, gli farà provare sentimenti contrastanti che, per la prima volta nella vita, lo distoglieranno dalla sua importante missione. 

«Ti amo.»
«Ti sei scritto in quel tuo assurdo taccuino di dirmelo una volta al giorno?»

Mi si avvicina e io le cingo le spalle, non mi ero mai accorta che avesse un naso così ben formato, piccolo e perfetto. Ci deposito sopra un piccolo bacio e le rispondo.
«Certo.»

L’autrice narra di due persone sole, stacanoviste e dedite alla carriere. Che hanno rinunciato alla vita privata e alla famiglia per raggiungere l’agognato apice.
Parla di persone normali e situazioni comuni. È una storia reale, veritiera e tangibile che Pitti Duchamp trascrive con uno stile autentico e cadenzato, accompagnando il lettore con la sua penna delicata e avvolgente. 

«Non siamo più due, ma una sola cosa insieme.»

Per finire vorrei aggiungere un’ultima cosa, prima che il mio commento diventi un saggio più lungo del romanzo stesso: ho amato il contrasto tra Scilla, una donna in carriera, e sua sorella Nausica, una casalinga. Ho molto apprezzato il discorso su quanto poco ci sia di male nell’intraprendere una di queste strade, che non c’è niente di male a non voler essere madre e a non sperare nell’abito bianco tanto quanto non c’è niente di male a desiderare una famiglia, un marito e dei pargoli. Io sono figlia di una casalinga e molto spesso sento screditare, con mio rammarico, questa figura, come se le donne avessero lottato per altro non di certo per fare questo. Ma il punto è che le donne hanno combattuto per la libertà di poter scegliere, di poter essere ciò che vogliono e non c’è mai nulla di sbagliato nell’essere se stessi. Ciò che forse c’è di sbagliato sta nel dover optare tra una carriera e una famiglia e, a volte, nel dover rinunciare a una parte di sé. 

È la prima volta che leggo qualcosa di questa autrice e posso garantire che non sarà l’ultima. 

Ora vi lascio, miei coraggiosi lettori, e se siete arrivati fin qui avete tutta la mia stima. Non c’è altro da dire se non che dovete dare una possibilità a questa scrittrice tutta italiana.

Alla prossima readers! 

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